Visualizzazione post con etichetta Apocalissi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Apocalissi. Mostra tutti i post

Spalare il mare

Avemmo un bel daffare a sostituire i pezzi
del nostro spalamare d'ordinanza:
da tempo la salsedine stracciava i giunti,
da tempo s'ingiungeva alle officine
la celere consegna dei ricambi.

Protelio, nella sua divisa azzurra,
scrutava l'orizzonte maculato, denso
di nubi gialle, gonfie di deserto,
scosse la testa un'altra volta e disse: "Questa
sarà giornata di tempesta dura e calda"

Dopodichè diede di mano un duro colpo
al ferro rugginoso, sbriciolando
un altro breve strato grigio di corazza:
"Non basteremo ancora a lungo, è certo,
la sabbia cresce e si solleva sulle acque"

Scrutai nell'occhio suo, fessura opaca,
grigio e crepato e vuoto fondo di bottiglia;
nè sale, nè pulviscolo, nè sole
potè mai togliere quell'occhio furibondo
dal compensare d'una benda il vuoto.

Sull'orizzonte abbacinante, terreo,
gettava l'àncora di quel suo sguardo
e ad esso mi tenevo appeso, frastornato,
mentre la prima raffica del Ghibli
ci trafiggeva con i dardi suoi roventi.

Pianeti perduti

era in programmazione la nascita di un mondo,
quando un'inondazione di parole, un gorgo,
travolse il verbo e l'intenzione primigenia

per partorire un nugolo infinito
di partizioni, parti, partiture
per cronache caotiche del crollo
di qualsivoglia voglia, inibizione

di volontà supreme
e supreme ambizioni.
Fertilità affogata
nel vasto lacerarsi,
ferita suppurata,

l'abiura
si slabbra,
si libra
libera
nell'aria
impura;

nessun suono sibila
nel vuoto siderale,
nessuna forma assimila
l'informe assiderarsi
di nubi senza scopo
se non la dispersione.

Rērŭm redrum



*

resto stupito (istupidito?) dalla pioggia:
questa ressa che mi pressa, che mi arresta
dentro l'ampolla, la pozza, a decantare.
Mi dico che resistere non serve,
la resa è una restituzione,
la presa stretta e calda da energia,
calore, svapora l'umore restìo
(appiccicato all'abito, rapprende),
restaura il benestare ed il benessere,
l'essere con, che si conserva
alle vertigini dell'eresia
(premere il tasto reset, poter mescere
almeno una parvenza di respiro
nel boccheggìo cianotico rituale)

La nuova stella

Le celeberrime colonne svarionesche del palazzo del Pascià di Spanciafolle si scosciavano sgargiando sopra il brulichìo zigzagante e frusciante della folla, un tappeto peloso di blatanoidi avvinghiati tra loro e alla grande piazza dove, solo poche ore prima, i frinitori si sforzavano con gran fragore di inneggiare al radioso sorgere della nuova stella, in un tripudio distorto e monocorde sparso copiosamente verso il rosso rantolante della vecchia, moribonda, rinsecchita e abbandonata.

La nuova stella non era sorta.

Solo il rosso sterile di brace, sopra il colonnato, concordava all'aspetto del palazzo un minimo di consistenza, alla grande folla, stracasciata sulla lieve sicurezza offerta dalla pavimentazione liscia e solida, un poco di calore, di conforto. Il palazzo esisteva ancora a malapena, immerso nel nerume vuoto ed asfissiante, nel ticchettìo sommesso e ritmico di zampe intente a fabbricare nuove intense preghiere di rinascita e illuminazione.

La nuova stella non poteva non sorgere.

Sottigliezze

                       




                         fine.

sfinito dall'affanno
affollato, affollato
affollarsi di file
affastellate,
                         fine.

sfinito dal fiatone
affannato, affannato
affannarsi di fini
filantropici,
                         fine.

sfinito dall'ufficio
affiatato, affiatato
affiatarsi del fare
indefinito,
                         fine.

sfinito dalla fretta
ufficiale, ufficiale
officiarsi del fatto
inconfutato,
                         fine.

sfinito dalla folla
affrettata, affrettato
affrettarsi del fato
indifferente,

12/12/1969 - 12/12/2013

quaranta e più anni fa, mostrò il suo volto
nella fugacità di un'esplosione:
un'espressione assorta e concentrata
di mano che recupera il maltolto.
Restano i nomi sopra la facciata,
la lapide scolpita dalla stessa
mano invisibile, le cerimonie
di sepoltura sotto un tricolore,
per quella verità poco complessa
che flussi di discorsi, di dolore,
han reso dura e spessa alla follia.
Nella fugacità di un'esplosione
la nudità della Democrazia:
rapporti di potere e polizia,
burocrazia che schiaccia le persone
verso una sola via, la direzione
decisa da qualcuno, non so come,
in base a quale sordida pulsione.


Il tritarifiuti

Dalla mia terrazza vedo piovere pianeti...

Sì, ho visto piovere anche te, non m'interrompere.

No, non ho visto piovere pianeti azzurri, di recente, ma sai com'è, mica sto ad osservare ogni pianeta che cade...
E comunque credimi, non è divertente stare qui, sul piatto fondo dell'universo, ad aspettare gli schianti di infinite galassie.
Le saluto con la...come la chiami?, mano? Con la hm, mano, quando arrivano. Ma non so dirti uno per uno i pianeti che ci sono dentro, per chi mi hai preso?

Dio? Mah, e che è?

No, no, senti, me lo spieghi un'altra volta, ora devo cucinare.



Un qualche tempo di rivelazione

E vennero le cavallette ed i cosacchi
armate fino ai denti di occasioni
consigli per gli acquisti e buoni pasto
vennero a chiedere i tagli alla spesa
e qualche appalto per il gas municipale
vennero per staccar le croci dalle chiese
portar gli opinionisti a spasso
tra le rovine degli accordi presi
delle parti che li presero

Dagli spalti scese un grosso rombo
di delusione e voglia di riavere indietro
tutto il prezzo del biglietto e ancora
prevendita e panini bibite formaggi case
ogni ben di dio comprato a credito
e a cottimo prodotto per qualche bisogno
di essere presenti ed essere qualcosa
ed essere la comitiva che curava meglio
il verde pubblico e il manto stradale

La fine del mondo

Ho sentito parlare
della fine del mondo.
Se quel giorno è vicino
come mi viene detto
potrei anche non vedere
finire il capitale:
anche della sua fine
ho sentito parlare.
Il giorno della fine
del mondo me ne vado
a fare colazione
sul tavolo, in cucina,
con l'ultimo giornale
che titola "Dio Porco!",
poi vado a fare un giro
in internet, cercando
i migliori concerti
del fine settimana:
non pare che coincida
con la fine del mondo.
Mi faccio una domanda
e dopo vado a capo.