Il meteorite (una deviazione orbitale da Il Re disperso 2)

I

Così alla fine m'hanno preso al lazo;
non libero più vado per lo spazio,
rotando per mio conto, solo e sparso,
dove tra l'altre ellissi il passo intarsio.

Così m'ha preso; fra non molto intacco
quel corpaccione rosso d'uno spacco,
d'un piccolo cratere, d'uno spago
di polvere e detriti che propago.

Non posso dire d'essere sorpreso;
a lungo andare, prima o poi, ci tocca
assumere una direzione, un peso,

precipitare dritto sulla scocca
d'un qualche leviatano bolso e obeso
che il nostro corpo scoppia ed accartoccia.


II


In questa melodia che mi rallenta,
m'attira e mi sottrae all'inevitabile,
v'è una tale pazienza, un'incrollabile
continuità, un'ampiezza: mi spaventa.

Questa incredibile potenza, attenta,
mi spinge verso il fulcro imponderabile
che ammassa timbri e ritmi, imperturbabile,
colmando il vuoto con la sua pienezza.

E la figura al centro della sfera
sonora, danza e canta, rasserena,
mi chiama a sè con voce forte e fiera,

s'appende alle mie asperità, mi frena
sino a fermarmi, e con mossa leggera
mi monta cavalcioni sulla schiena.

19 commenti:

  1. "prima o poi, ci tocca
    assumere una direzione, un peso"

    Ciao Cosa, devo dire che il pezzo mi fa riflettere.
    Alla fine, pero', mi rendo conto che il corpo libero mi piacerebbe che restasse libero, che vagasse per lo spazio dove gli pare.

    No, non e' vero che prima o poi ci tocca assumere una direzione, il caos puo' avvolgerci anche per tutta l'esistenza. non per tutto cio' che vaga nell'universo e' cosi', ma voglio pensare che esista ancora qualcosa che possa muoversi senza nessuno a cavalcioni sulla schiena.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la tua risposta mi ha ispirato un post, seguirà nei prossimi tempi...

      per adesso posso solo dirti: il fatalismo è l'estrema difesa di chi subisc una fatalità, come il meteorite summenzionato. altri meteoriti la pensano diversamente, ed ebbero modo di discettarne negli svariati congressi intregalattici dei corpi celesti non riconosciuti (qui da noi si ebbero 4 Congressi di un Movimento di Liberazione degli Enti Orbitali Eccentrici, tenuti in tempi irregolari, l'ultimo 600000 anni fa, nella nube di Oort), dove si confrontarno svariate e differenti posizioni.

      Elimina
    2. Il fatalismo e' l'estrema difesa di chi subisce una fatalita'... puo' darsi, comunque e' lo stesso la sua fine.

      Elimina
    3. e fatalisticamente si potrebbe dire che ogni cosa ha una fine, se l'Accademia Ubercosmica di Ovunque non avesse già da lungo tempo confutato questa superstizione con solidi argomenti scientifici.

      Elimina
    4. L'Accademia di cui parli ha fatto bene.
      io voglio vivere in eterno.

      Elimina
    5. l'Accademia Ubercosmica di Ovunque è aldilà del bene e del male, essa segue semplicemente l'evoluzione logica dei propri tentativi. Va pur detto che non sono ancora riusciti a trovare alcun essere umano non deperibile, si sono limitati a registrare l'estrema varietà nelle definizioni del tempo in diversi sistemi cosmici, notando che la gran parte di essi sono effettivamente privi di uno scorrere del tempo così come noi lo concepiamo, così come spesso sono privi anche di un capo e di una coda, un inizio e una fine paragonabili a ciò che il nostro ordine logico ci abitua a pensare sia caratteristico di ogni cosa.

      Elimina
  2. Oh, e chi era la figura al centro della sfera?
    Questo è amore, eh!

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sempre lui, l'incompreso e disperso Re Canterino di Persia che tu immagini (e forse vedi più lontano) Gatto.

      Elimina
    2. Secondo me è un gatto davvero :)

      Moz-

      Elimina
  3. Se l'esser libero vien limitato
    dall'inizio dell'altrui libertà
    e manco nel cosmo sconfinato
    posso uscire da questa realtà

    odiando essere pio e disciplinato
    opto alfine per spaccare tutto
    ma poi per lo spazio illimitato
    tutti mi danno del grande farabutto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il nichilismo cosmico dei buchi neri
      o la disperazione delle supernove
      rendono il cosmo un luogo dove i desideri
      son sottoposti alle più dure prove
      la loro frustrazione incacrenita
      a nuovi buchi neri darà vita


      ma il meteorite non si lascia impressionare
      dalle orbite di chi non s'accontenta
      e ciò che ha intorno accumula e tormenta
      che in mezzo al vuoto è dolce naufragare
      e la sua vita è libera e gli piace
      finchè rimane tale e vive in pace
      ed alla fine non vi è alcun rimpianto
      quale che sia la forza dell'impatto.

      Elimina
  4. Ma se fossimo un buco nero che più nero non si può, minuscolo frammento oscuro posato in una scatola su un tavolo dove altri esseri di altre forme e menti ci osservano ai loro microscopi con aria interrogativa...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. questo pensiero è alla base della teoria fisica frattale di Meingoff, il quale, mescolando in maniera originale le teorie di Democrito e quelle di Bruno, sostenne, nel suo famoso "Dialogo tra un topo ed il terzo mattone in basso a destra affianco alla porta della mia cella", pubblicato a Lipsia nel 1613, essere ogni atomo non una particella indivisibile, ma un ulteriore universo le cui proporzioni si estendevano nell'infinita minuscolezza sino a ridursi a un'ulteriore atomo contenente un ulteriore universo infinito, e così all'infinito.

      Elimina
  5. .. lo devo recuperà 'sto dialogo... soprattutto in funzione del fatto che al secondo, di mattone, non viene mai concesso di entrare in dibattito...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la questione del secondo mattone fu sollevata da Jakob von Kleist nel suo breve scritto polemico dal titolo "Breve ed istruttiva storia dell'uomo che, spostando il secondo mattone a destra affianco alla porta della sua cella, trovò la chiave della serratura", pubblicato a Jena nel 1614.

      Elimina
  6. Il mattone non aveva idee da affermare,
    e lo diede a intendere stando zitto.
    Avrebbe voluto per lo spazio navigare
    ma tolto gli fu questo diritto.
    Deh! Così l'Universo è ingiusto e bruto
    Nel vuoto enorme, e nel neutrino più minuto.



    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma in realtà lui stava zitto
      poichè percepiva il fitto
      di universi in lui confitto

      e in sè stesso ormai smarrito
      di quel dialogo erudito
      non ebbe sentore o udito

      Elimina
  7. Secondo me il mattone avrebbe avuto da ridire ma incontrò pietra. Scoccò testé l'amore in un rapporto ancor oggi ben cementato.

    RispondiElimina