La Pienissima Tabellazione

Quadrate falangi di case schierate

in file ordinate e compatte a marciare

sul placido velo celeste del cielo,

sull'arco sfinito e cadente del nero

orizzonte

distante, impassibile, immobile, eterno.



Quadrate distese pezzate di campi

spezzati dal grigio di ascisse e ordinate,

nel grande e costante infinito impennarsi

degli indici di produzione e consumo:

affollarsi

di silos, pannelli solari, parcheggi.



Quadrate espressioni di musi serrati,

di sguardi affossati sul manto stradale;

cadenze di passo veloci, incessanti,

dirette ad un buco nel quale incastrarsi:

quotidiano

rifugio, prigione: pilastro del mondo.



Quadrate stanzette tra muri grigiastri

compresse, nel peso di lucidi e scarni

arredi che inchiodano a schermi frementi

di  numeri, nomi, d'immagini e suoni:

impietoso

circuito automatico di decisioni.



Quadrate fortezze dai muri d'acciaio

s'innalzano a guardia dei vasti confini,

scrutando le tenebre fitte e indecenti

nel cuore di uomini impuri, incivili:

terroristi

cannibali, storpi, incestuosi, idolatri.



Quadrate legioni su cingoli, armate

di lanciagranate, bazooka, fucili

d'assalto, visori a infrarosso, palmari,

dottrine strategiche e tattiche adatte

allo scopo:

conquista totale e dominio perpetuo.



Quadrate e ristrette, le asettiche celle,

nel giorno incessante tra muri di specchi

con magre figure in divisa riflesse

nel mentre che guardan sè stesse, perplesse,

in prigione

per colpa di un qualche disordine innato.



Quadrate visioni di un mondo corretto

nei lunghi discorsi poggianti su dati

statistici chiari, aggiornati al minuto,

diagrammi di flusso, tabelle, cartine;

a riprova

del fatto che esiste chi sa cos'è giusto.



Quadrate schermate assordanti d'inviti

suadenti a una vita migliore ed uguale,

nel segno dell'affermazione continua

dell'esser sè stessi e sentire sicura

la pienezza

del vivere in pace, protetti, per sempre.