Macina d'uomini e nomi
scricchiola e brada scorteccia
scuote sconvolge scotenna
scopre e rimesce poi cola
succhi di sangue di inchiostro
colloso lucido sparso
su pagine di pagine di pagine
di pagine di pagine di pagine.
Un libro rilegato in pelle umana
un solo libro per troppe
parole scritte nel fitto
l'una sull'altra in mezzo alle altre
senz'ordine preciso
eppure in ogni ordine
leggibile sensate.
Abbozzi di mondi
Spalare il mare
Avemmo un bel daffare a sostituire i pezzi
del nostro spalamare d'ordinanza:
da tempo la salsedine stracciava i giunti,
da tempo s'ingiungeva alle officine
la celere consegna dei ricambi.
Protelio, nella sua divisa azzurra,
scrutava l'orizzonte maculato, denso
di nubi gialle, gonfie di deserto,
scosse la testa un'altra volta e disse: "Questa
sarà giornata di tempesta dura e calda"
Dopodichè diede di mano un duro colpo
al ferro rugginoso, sbriciolando
un altro breve strato grigio di corazza:
"Non basteremo ancora a lungo, è certo,
la sabbia cresce e si solleva sulle acque"
Scrutai nell'occhio suo, fessura opaca,
grigio e crepato e vuoto fondo di bottiglia;
nè sale, nè pulviscolo, nè sole
potè mai togliere quell'occhio furibondo
dal compensare d'una benda il vuoto.
Sull'orizzonte abbacinante, terreo,
gettava l'àncora di quel suo sguardo
e ad esso mi tenevo appeso, frastornato,
mentre la prima raffica del Ghibli
ci trafiggeva con i dardi suoi roventi.
del nostro spalamare d'ordinanza:
da tempo la salsedine stracciava i giunti,
da tempo s'ingiungeva alle officine
la celere consegna dei ricambi.
Protelio, nella sua divisa azzurra,
scrutava l'orizzonte maculato, denso
di nubi gialle, gonfie di deserto,
scosse la testa un'altra volta e disse: "Questa
sarà giornata di tempesta dura e calda"
Dopodichè diede di mano un duro colpo
al ferro rugginoso, sbriciolando
un altro breve strato grigio di corazza:
"Non basteremo ancora a lungo, è certo,
la sabbia cresce e si solleva sulle acque"
Scrutai nell'occhio suo, fessura opaca,
grigio e crepato e vuoto fondo di bottiglia;
nè sale, nè pulviscolo, nè sole
potè mai togliere quell'occhio furibondo
dal compensare d'una benda il vuoto.
Sull'orizzonte abbacinante, terreo,
gettava l'àncora di quel suo sguardo
e ad esso mi tenevo appeso, frastornato,
mentre la prima raffica del Ghibli
ci trafiggeva con i dardi suoi roventi.
A volte ritorno
A volte ritorno
per sbaglio per scorno
di notte di giorno
nel mezzo di un'iridescenza
cercando con fuoco di scienza
la folle mia folle mia marcia
verso l'ascendenza suprema
all'ultima vigile estrema
sfinita sfuriata dei venti
dei cosmici venti che squarciano
gli scudi termici e la barriera
devozionale tra i tormenti
vertiginosi dell'informe schiera
lì all'orizzonte degli eventi
dove tornare indietro andare avanti
è uguale assurdita e gli istanti
del affannoso mio respiro
si fanno lunghi come di cent'anni
e non so più dove affacciarmi
ma tutto il tutto ammiro
con sguardo annichilito
e non ricordo più stordito
come abbia fatto a risvegliarmi
per iniziare a riparare i danni
riprendere la rotta andare
nel dolce e lungo e dolce naufragare.
per sbaglio per scorno
di notte di giorno
nel mezzo di un'iridescenza
cercando con fuoco di scienza
la folle mia folle mia marcia
verso l'ascendenza suprema
all'ultima vigile estrema
sfinita sfuriata dei venti
dei cosmici venti che squarciano
gli scudi termici e la barriera
devozionale tra i tormenti
vertiginosi dell'informe schiera
lì all'orizzonte degli eventi
dove tornare indietro andare avanti
è uguale assurdita e gli istanti
del affannoso mio respiro
si fanno lunghi come di cent'anni
e non so più dove affacciarmi
ma tutto il tutto ammiro
con sguardo annichilito
e non ricordo più stordito
come abbia fatto a risvegliarmi
per iniziare a riparare i danni
riprendere la rotta andare
nel dolce e lungo e dolce naufragare.
Il Giubileo di Ventre (1)
Da mille bocche e cedimenti, esplose
l'editto dell'Esimio Enzima Capo,
del Grande e Grasso Metadigestore,
ed esalò da enormi espiratori
per tutte le distanze sconosciute,
nuvola informe sopra le estensioni
del Sopra, Sotto, Affianco, Dentro e
Fuori.
Esplose con tripudio di matracche,
tranciando l'aria ferma con zaffate
di zolfocloropiombo impomatato,
con dure, dure pioggie decadenti
su intrichi e trame e lumi tremebondi
di mille e mille agglomerati gonfi;
travolse le noiose incosistenze
di austerità conchiuse dentro bolle,
nel grande rimestarsi gorgogliante
del glogloglo glorioso e balbuziente
bloblobloblo blobloso e splunfettaro;
Iscriviti a:
Post (Atom)