Il Re di Persia (5)

E giunto in cima il canto, ancor più forte,
stravolse i muri al tocco suo letale,
squassò d'un impeto le grandi porte
di piombo poste a sigillar le scale.

Un grumo senza forma di contorte
membra scomposte ed in posa fetale
ancora gorgogliava, la sua morte
spargendo in modo sconcio e innaturale

nel decomporsi della luce gialla.
Le pietre sfarinarono, frusciando
come sabbia che scivola di mano,

a rivelare il puntillìo lontano
di bianche stelle sparse in altri quando
donde la luce tremola e rimpalla:

la vasta sala nera su cui balla
per attimi ed eternità bruciando
negli occhi di chi può vederla, invano.

8 commenti:

  1. Quando ho letto "la vasta sala nera" stavo contemporaneamente guardando alla tv l'aula di tribunale dove stanno rpocessando Silvio.
    La lettura di questa poesia ormai è compromessa, dovrò ripassare un'altra volta.

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    1. Silvio, rimembri ancora
      quel tempo della tua vita mortale,
      quando beltà splendea
      negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
      e tu, lieto e pensoso, il limitare
      di gioventù salivi?

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  2. E' tornato il Gatto Persiano!
    Io ormai me lo immagino così, un gattone antropomorfo.
    Non voglio vedere invano la luce e sala nera :p

    Moz-

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  3. E allora resta in città, dove l'aurora notturna delle luci stradali ti impedirà di vederla :P

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    1. Ma non vivo in città :p

      Moz-

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    2. già, già, te la spassi la sui monti con i rototraslatori biomeccatronici della massoneria ipergalattica fisiconucleare...

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