Una svelta introduzione alla teobiologia


Secondo la rigorosa tassonomia del Dipartimento di Biologia dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque si può definire dio (con una libera traslazione xenolinguistica[1], visto che il termine originale viene espresso mediante un linguaggio a base olfattattile) "qualsiasi essere, o agglomerato di esseri, in grado di generare un campo di regolazione dell'esistente la cui origine sia identificabile con certezza"[2]; la definizione è ritenuta piuttosto labile, ma è pur vero che definizioni più stringenti sono risultate giocoforza escludenti; per esempio si propose di considerare come divina "qualsiasi creatura in grado di generare un campo di regolazione dell'esistenza, identificabile e coerente, intorno a sè"[3], ma si è evidenziato che non necessariamente il dio produce effetti "coerenti": col tempo e con le influenze esterne le norme che emana[4] possono variare, e vi sono numerosi casi in cui, più o meno consapevolmente, il dio produce campi di regolazione dell'esistenza totalmente contraddittori, mutevoli, caotici, antani.
Altro punto dolente di questa definizione è l'idea che un dio debba necessariamente produrre i propri effetti normativi secondo criteri di localizzazione spaziale, come se questi criteri non fossero essi stessi influenzabili dalla normatività divina.


Altre definizioni hanno tentato di catalogare gli dei secondo alcune caratteristiche fondamentali quali:
  • l'individualità del dio;
  • l'ineffabilità, o autoregolazione, del dio;
  • la invulnerabilità del dio;
  • l'eternità del dio;
  • il “legame essenziale”[5] tra dio e Sistema Cosmico Regolato;
  • la coerenza della norma divina;
  • la consapevolezza divina;
  • la giustizia divina;
  • varie questioni di natura spallanzanica[6].

A poco a poco la diffusione di una metodologia scientifica più raffinata, l'infoltirsi dei cataloghi divini e il confronto tra diverse scuole ha prodotto uno sfaldamento di ogni tentativo di fornire criteri troppo stringenti nella definizione di dio, ma la vera svolta in questo senso si ebbe solo con l'incredibile scoperta del fasciame elastico di Pkmarah-17, rinvenuto tra le fughe di una stringa intercapedinale del Sistema Cosmico Conglomerato Esadimensionale HFKH.
Il famoso esempio del fasciame elastico di Pkmarah-17[7] dimostra chiaramente, una volta per tutte, come un essere totalmente marginale e privo d'importanza all'interno del suo ecosistema d'appartenenza, figurarsi del suo universo, possa essere fonte delle norme che governano un sistema cosmico a singolarità semiaperta quale quello di Spiralisorda, pur non intrattenendo con lui alcun tipo di relazione fisicamente rilevabile. 
Il fasciame elastico di Pkmarah-17 è una creatura di complessità irrisoria: un conglomerato di radiazioni luminose distorte in un campo probabilistico intercapedinale, legate da un tenue sospiro vitale[8] di esistenza breve ed effimera. È dimostrato chiaramente che si tratta di una creatura priva di consapevolezza individuale e collettiva, che ha generato le condizioni di esistenza di un sistema cosmico per motivi del tutto contingenti e casuali attraverso un riverbero dei propri peculiari movimenti ondulatori e, soprattutto, in accordo perfetto con le leggi che governano il suo proprio universo di appartenenza[9].
In un colpo solo, attraverso un'inoppugnabile dimostrazione sperimentale che provocò numerose controversie di tipo etico e cosmologico[10], gran parte delle diatribe più feroci furono completamente svuotate di senso e superate dai fatti. Le conferme, giunte da una casistica sempre più fitta, non tardarono ad arrivare.

Vi fu, a dire il vero, una forte discussione sulla natura più o meno divina del fasciame elastico: vinte le resistenze intorno ai vari singoli attributi divini con la registrazione di una casistica sempre più ampia e stupefacente, il pomo della discordia si spostò sulle norme del suo sistema cosmico di appartenenza, che, per l'appunto, consentono a numerose creature ivi presenti di esercitare funzioni divine nei confronti di altri sistemi cosmici.
Secondo alcuni studiosi, il fasciame elastico di Pkmarah-17, così come il butterìo burroso di Cigh-6 e il Nume Statico di Mnerklah-13, non sarebbero altro che incanalatori della reale capacità divina spettante al misterioso Hifa-Kah, anima iridotimbrica eptadimensionale originatrice del sistema cosmico HFKH, la cui esistenza è invero ancora allo stato di ipotesi teorica; sarebbero perciò da classificare non come dei, bensì come demiurghi. Evidentemente, finchè l'esistenza di Hifa-Kah non sarà dimostrata, e di conseguenza non saranno studiati i suoi attributi e le sue qualità, questo dibattito non potrà godere di reale consistenza scientifica e l'esempio del fasciame elastico rimarrà nei manuali e nelle enciclopedie, cogliamo però l'occasione per introdurre alcuni importanti distinguo tra la nozione di dio e quella di demiurgo.

Il dibattito sulla nozione di demiurgo attende ancora contributi dalla ricerca sul campo in grado di fissare i termini della discussione in maniera chiara e univoca, e certo non aiuta la proclamazione della “Crociata Scientifica” ad opera del Conclave Teobiologico della Realtà Assoluta, tesa a dimostrare[11] l'esistenza di un unico Dio universale che farebbe retrocedere a demiurghi tutti gli altri esseri attualmente classificati come divini.
Secondo la definizione corrente, il demiurgo è “qualsiasi essere, o agglomerato di esseri, in grado di ordinare secondo criteri più o meno coerenti l'emanazione di condizioni di esistenza operata da altre creature di status divino”[12].
Le controversie maggiori si registrano sulla definizione dei rapporti tra demiurghi e dei: c'è chi, alimentato dai fermenti della giovane scuola Ecoteologica, sostiene si tratti di evidenti casi di simbiosi tra creature di livello superiore, e chi, soprattutto in ambito Cosmomedico, ritiene invece siano casi di parassitismo da tenere sotto controllo e curare (ove possibile), considerando che spesso i demiurghi generano condizioni fisiche adatte alla propria riproduzione con poco riguardo rispetto alla fonte divina di queste condizioni (c'è un vasto repertorio di universi implosi a causa delle azioni di demiurghi, ma va detto che è più frequente il caso in cui l'azione ordinatrice del demiurgo consente l'evolversi e il perdurare di condizioni d'esistenza che il dio da sé non era in grado, o in disposizione d'animo, di garantire[13]).
In ogni caso si è concordi nel distinguere il regno dei demiurghi da quello degli dei, sebbene sia spesso difficile distinguere le due entità e non sia raro dover correggere gli elenchi ora in un senso, ora nell'altro.

Non si è invece ancora giunti a stabilire una distinzione precisa tra la nozione di dio e quella di essere ineffabile, che caratterizza creature variamente indipendenti dalle leggi di regolazione dell'esistente: o perchè generano in sè e per sè le proprie leggi (indipendenti rispetto a quelle esterne da sè), o perchè non esistono fattivamente in nessun punto soggetto a leggi di regolazione dell'esistente, o perchè risultano collegate in varie maniere e secondo varie leggi a modelli di regolazione dell'esistente remoti rispetto al punto di effettiva materializzazione.
L'ineffabilità, da alcune scuole desuete ritenuta addirittura criterio fondamentale per distinguere un vero dio da una creatura dotata di semplici poteri magici[14], è attributo di numerosi dei, sebbene siano molti di più quelli che ne sono privi, o così pare a causa delle effettive difficoltà a rilevare le creature ineffabili in genere, e soprattutto gli dei. Il problema più spinoso è determinato da quelle creature che non esercitano nessun tipo di influenza aldilà della loro sfera di presunta esistenza: come determinare se ciò avvenga per indifferenza, supremo stadio dell'ineffabilità, o per impotenza? Di qui l'attuale difficoltà degli studiosi riguardo queste creature, che restano genericamente di difficile classificazione. Allo stato attuale si è preferito istituire un regno degli esseri ineffabili e allo stesso tempo stabilire la classe degli dei ineffabili afferente il regno degli dei[15].





Note:
[1] Sappiamo bene che la traslazione xenolinguistica è, come dice l'esimio professor Tarantoga: "un bambino appena nato, settimino per giunta, che debba scalare il monte Everest per giungere all'incubatrice", e tuttavia non possiamo esimerci dal tentare di presentarvi alcune delle incredibili risultanze giunte dall'esame degli Annali dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque . Per le complesse (e perchè no, noiose) questioni riguardanti il furente dibattito metodologico fiorito intorno alla traslazione xenolinguistica, rinviamo all'opera fondamentale di Xbvrnk Mlnfkmdrn, e specialmente a “Introduzione scientifica alla sinestesia”, libro in 2 volumi, .Ed. Università Finale di Thule, ISTTN 1-5784-1234-306789-0
[2] AA. VV. (a cura di B. Dui e Dyasiman-Gleromolfo-3), Estratti dagli annali dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque, pilllole neurografiche in 32 confezioni, pillola a forma piramidale color bianco, confezione 7, Ed. Bayer, ISTTN 16-0034-123-407116-0
[3] A cura di Flogyld Mohntry, Compendio di Emanazioni Profetiche del Pulsante-Cervello-RossAstro KMHK, Fungo genomorfo allucinogeno monoporzione, Monsanto prod., ISTTN 24-0076-120-689151-0
[4] Un caso da manuale è quello del sistema cosmico YHWH, il quale passò in poche migliaia di anni da uno stadio cosmico “a singolarità chiusa”, ove un unico mondo creato fluttuava immobile al centro di 9 dischi d'etere trasportanti altrettante sfere dalle funzioni metafisiche (già invero piuttosto complesse), delimitato da pareti invalicabili puntellate di luminarie e composto di 4 elementi qualitativi fondamentali, il tutto in un raggio di 200000 Km, a quello di universo espansivo largo svariati miliardi di anni luce e vecchio di miliardi di anni governato da leggi chimiche, fisiche e matematiche in via di complessificazione costante e aperto ad influssi cosmici esterni. In proposito è da considerarsi fondamentale lo studio xenolinguistico comparativo “Torah, fisica aristotelica e big bang”, cantato al Settecentotreesimo Simposio Totale di Xenolinguistica dalla Prima Gorgera di Grangola, dott. Lalala-lalalà e in fase di traslazione xenolinguistica presso la Compagnia del Teatro Lirico di Nuova Parma.
[5] La Teoria del legame essenziale prevede che l'esistenza del dio sia collegata inscindibilmente a quella del sistema cosmico da lui generato. Sebbene esistano numerosi casi in cui questa relazione è reale e verificata, ne esistono altrettanti in cui il dio è in grado di sopravvivere al sistema cosmico o viceversa.
[6] Il professo A. Marolla, nei suoi "Fondamenti di xenolinguistica" incisi sul costone sud del Monte Jukmahrat,, sul pianeta Keples-62-e, definì gli aspetti umanamente incomprensibili della scienza ubercosmica con il termine di etimologia incerta "spallanzani". Ammettiamo la estrema vaghezza e concisione di questo punto, ma non si può fare altrimenti: esistono infinite condizioni cosmiche aldilà della nostra immaginazione e capacità di osservazione, altrettante di cui siamo a conoscenza ma che ancora restano aldilà della nostra comprensione, altre che, pur essendo comprensibili, risultano impossibili da spiegare, infine altre ancora (la minoranza, peraltro) che, pur essendo spiegabili, necessitano di appositi e approfonditi studi monografici, quando non di intere discipline scientifiche appositamente dedicate, non trovando perciò posto in un breve articolo introduttivo e divulgativo come questo. 
[7] Il repertorio bibliografico sul caso è sterminato: il Gugol parla di circa 10^50 opere di vario formato riferite all'argomento, lo Yauù stima un ordine di grandezza di 10^47, il Tiiscla, più saggiamente, si limita a danzare un: “si tratta di un numero moooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooolto grande”.
[8] Il sospiro vitale è, nel Sistema Cosmico Conglomerato Esadimensionale HFKH, un rudimentale abbozzo nondimensionale di quella che, in sistemi vitali ben più complessi, è l'anima iridotimbrica pentadimensionale.
Per maggiori informazioni sulle peculiarità biochimiche del sistema HFKH rimandiamo alle osservazioni del T'ka'y contenute nel suo “Sbriguderie Cosmiche, trattato sulla teoria degli estraniamenti progressivi”, database consultabile al terminale del Tiranno Centrale di Biblyo 4.P-c9.
[9] Gli studiosi del pianeta Pkmarah-17 furono in grado di ipotizzare l'esistenza del Sistema di Spiralicorda, e persino di teorizzare le sue condizioni di esistenza a un livello di approssimazione insospettabilmente dettagliato, semplicemente osservando il movimento ondulatorio del fasciame elastico.
[10] Partendo dalle osservazioni degli studiosi di Pkmarah-17, i ricercatori dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque operarono interferenze nel moto ondulatorio del fasciame elastico, in modo da produrre cambiamenti prevedibili nell'ordine cosmico del sistema di Spiralicorda. La catastrofe cosmica che ne seguì provocò la distruzione di 10^32 specie viventi, secondo le stime più accreditate, ma dimostrò, oltre alla fallibilità dei calcoli dei ricercatori dell'Accademia Ubercosmica, la effettiva natura divina del fasciame elastico.
Il professor Piuma, tra i responsabili dell'esperimento, teorizzò poi la sua assoluta inoffensività verso qualsivoglia specie vivente, sostenendo che “il fasciame elastico, attraverso il suo moto ondulatorio, produce le condizioni eterne e simultanee del sistema Spiralicorda. Perciò il turbamento del moto ondulatorio non produsse, come si è detto, la distruzione di ogni specie vivente presente su Spiralicorda al momento dell'esperimento, dato che, al mutare del moto ondulatorio, quelle specie cessarono semplicemente di esistere e, soprattutto, di essere mai esistite. Ora, come si fa a distruggere ciò che non è mai esistito? Anzi, vorrei proprio chiedervi: di cosa stiamo parlando?” - Discorso alla Commissione Scientifica di Alleggerimento dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque, termoregistrazione microondulare, Annali dell'Accademia Ubercosmica di Ovunque, allegato 2658 al n. 6754249576390 secondo l'inventario dell'Università Finale di Thule, traslazione xenolinguistica a cura dell'autore.
[11] Sebbene la distruzione di interi sistemi cosmici non possa, probabilmente, essere definita un criterio condiviso di dimostrazione scientifica, il Conclave Teobiologico difende i propri metodi con l'argomento del “Mandato superiore”, in base al quale gli dei che presiedono ai sistemi cosmici da loro distrutti (e che perlopiù svaniscono con essi), dimostrandosi impotenti a difendersi, dimostrano ipso facto la propria inferiorità al Dio Supremo della Realtà Assoluta. Allo stesso tempo, le vittorie dei “Crociati Scientifici” dimostrano chiaramente l'esistenza di un mandato superiore: le devastazioni cosmiche operate dai Crociati sarebbero il mezzo scelto dal Dio Supremo per manifestarsi. La fazione “escatologica” del Conclave Teobiologico, spingendosi oltre, sostiene che solo con la distruzione totale di ogni sistema cosmico il Dio Supremo della Realtà Assoluta potrà rivelarsi in tutto il suo splendore.
[12] AA. VV. (a cura di B. Dui e Dyasiman-Gleromolfo-3), op. cit., confezione 7, pillola a forma di gorgia color celso.
[13] Soprattutto gli dei di tipo implosivo, ovvero quelli che generano il sistema cosmico attraverso il sacrificio di parte o della totalità della propria essenza, hanno la tendenza, nel lungo periodo, a recuperare la parte sacrificata minacciando l'integrità del proprio sistema cosmico; non è raro, in questi casi, riscontrare un rapporto simbiotico/parassitario con un demiurgo che impedisce al dio di recuperare la sua totalità. Spesso, questo demiurgo è frutto dell'attività creativa originaria del dio, peraltro, e si è giunti a ipotizzare casi di dei schizofrenici, divisi tra una parte generativa, il dio in sé e per sé, e una parte regolativa, il demiurgo.
Sull'argomento si attende che il Cathar ponga termine alla monumentale traslazione xenolinguistica del grande ciclo mitologico/cosmologico inciso nella grande tempesta magnetica rinvenuta su Ixp-166, annunciata col titolo “La orribile frammentazione di Zzbkh”.
[14] Il confine tra potere magico, demiurgico e divino è decisamente labile e andrebbe stabilito su basi tipologiche più che su basi quantitative, come spesso viene erroneamente fatto. Il potere divino è la capacità di generare l'essere dal nulla, a prescindere dalle sue condizioni di esistenza; il potere demiurgico è la capacità di ordinare le condizioni di esistenza dell'essere, è compreso nel potere di molti dei, ma assente da quello di molti altri; il potere magico è quello di sospendere o modificare le condizioni di esistenza dell'essere a partire dalle sue stesse condizioni di esistenza; secondo le condizioni di esistenza del sistema cosmico un potere magico può anche assurgere a status di potere divino, come nel caso del fasciame elastico di Pkmarah-17.
[15] AA. VV. (a cura di B. Dui e Dyasiman-Gleromolfo-3), op. cit., confezione 7, pillola a forma di gorgia color celso; per una rassegna dettagliata di casi di creature ineffabili e una storia dell'evoluzione scientifica riguardo al tema, si rimanda alla traslazione xenolinguistica delle perturbazioni extrascalari di Krugop stampata in volume col titolo “Inesistenza o ineffabilità” a cura di Z. Dibassa, ed. Sciasciosfera, ISTTN 1-3460-389004-047-0

5 commenti:

  1. Ma, ad esempio, le statue di quel dio si illuminano come quella della madonna a meggiugori? Cosa succede in quel caso?

    Moz-

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  2. non esistono statue di quel dio, da quando ne hanno modificato il moto ondulatorio il suo universo è sempre stato una vaga distesa di informità sconnesse e senza vita...

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  3. Me s'è spalancato un mondo.. e io che m'ero incartato già sulla transustazione... ;))

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  4. .. però che me tieni ancora il captcha per essere pubblicato... e dai no!

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    1. e mica lo sapevo! a me che sono lo re non lo chiedeva, e come ogni re pensavo fosse così per tutti. memore della sorte di quella mia collega che quando le dissero "il popolo vuole pane!" rispose "ma come, hanno finito le brioches?", ho affidato al mio ministro per le riforme la risoluzione del problema: come prima cosa ha disposto la propria decapitazione.

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